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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty La postproduzione è un passaggio obbligato

Lun Gen 30, 2017 8:12 pm
La postproduzione è un passaggio obbligato, non esistono foto non postprodotte.

Articolo di:
Giovanna Griffo - Camera Raw Expert & Creative Landscape

LA FOTO DEVE USCIRE GIA' BELLA DALLA FOTOCAMERA!
IO NON POSTPRODUCO LE MIE FOTO PERCHE' AMO LE FOTO NATURALI!
Quante volte ti è capitato di pensare, o di dire queste cose a qualcuno?
Oppure: “Io non ritocco le mie foto!!! Mai! Io sono un purista! Le mie foto sono come escono dal sensore, sono genuine!!”.
Mi è capitato e mi capita spesso di confrontarmi con persone che incominciano a parlarmi di fotografia con queste premesse.
“La fotografia deve rappresentare il reale!” “Photoshop è una roba da informatici, non come quando si sviluppava in camera oscura, quella sì che era fotografia!”
Ora però voglio farti un paio di domande.
Ti sei mai chiesto, osservando uno scatto appena uscito dalla macchina fotografica, se quello che stai vedendo è esattamente identico alla scena che hai immortalato?
Erano proprio quelli i colori? Erano proprio quelli i dettagli che potevi leggere nelle ombre e nelle luci?
Erano proprio quelli i contrasti?
Se la risposta è no, probabilmente hai già capito che la fotografia non è rappresentazione della realtà in partenza, anche in assenza di qualsiasi elaborazione in postproduzione.
L’occhio umano ha una latitudine di posa (capacità di leggere i dettagli nelle ombre e nelle alte luci) infinitamente maggiore di quella di una pellicola e ancor più di un sensore digitale, quindi una fotografia non sarà mai una rappresentazione fedele della realtà, ma una rappresentazione molto più limitata in termini di cromie, latitudine di posa, luminanza, contrasti.
Assodato questo punto, ora ti pongo la seconda domanda: “Il tuo scopo, quando fai fotografia, è quello di fare una mera documentazione di ciò che vedi, oppure di esprimere la tua personalissima idea della realtà?”
Se la risposta è “fare mera documentazione”, va benissimo, i periti catastali, gli studi scientifici, oppure i riproduttori di opere d’arte cercheranno te per fare perfette riproduzioni scientifiche ed oggettive della realtà.
Se la risposta è invece “voglio comunicare ed esprimere la mia visione della realtà” allora ti do il benvenuto nel fantastico mondo della fotografia intesa come potente mezzo di comunicazione ed espressione artistica.
La fotografia è una emozione che cerchi di tirare fuori dal mondo che ti circonda e dalla tua interiorità di persona che ha qualcosa da dire al mondo.
La documentazione di rilievi catastali invece non ha mai emozionato nessuno.
Perché quindi imporsi il limite di dire “Io non tocco le mie foto in postproduzione?”
Perché non dover avere la possibilità di interpretare uno scatto affinchè possa esprimere ciò che era la tua idea iniziale?
Non farlo è come volersi fermare a metà del processo creativo.
La fotografia è un processo creativo complesso ed articolato e non può fermarsi al semplice click!
La fotografia nasce ancora prima del click, nella tua testa, quando tenti di dare forma ad una tua emozione, idea, storia che vuoi raccontare.
Poi diventa click.
Ma non è finita qui.
In fotografia analogica significava sviluppare la pellicola e poi stampare un negativo su carta fotografica attraverso un processo chimico.
In fotografia digitale significa sviluppare un grumo di bit addensati dentro un file raw o jpeg affinchè ne venga fuori l’immagine che più assomiglia alla tua idea interpretativa di partenza, per poi essere stampato (ed anche in fase di stampa ci sono forti interventi creativi ed interpretativi).
Se decidi quindi di fermarti al click, ti fermi a metà dell’opera, stai mutilando la tua creatività, capacità espressiva, la tua sensibilità, la tua personalità.
Andare oltre serve per dare la tua "interpretazione", la tua impronta stilistica, far emergere qualcosa di più di come hai avuto la tua visione.
E non dimenticare che se scatti in jpeg, è il firmware della macchina fotografica a fare la postproduzione (ovviamente grossolana), quindi perchè lasciare un'operazione così importante all'automatismo di una macchina?
NON ESISTONO FOTOGRAFIE NON POSTPRODOTTE (analogiche o digitali!).
Dunque scatta in raw e riprendi pieno possesso delle tue fotografie, un automatismo non potrà mai soddisfare le tue esigenze espressive!
Concludo con questa foto di Sebastiao Salgado dedicata a tutti quelli che pensano che la postproduzione l'abbia inventata Photoshop:
La scatto di destra equivale ad un raw ancora non sviluppato, sono evidenti i segni delle mascherature con relative annotazioni sul lavoro che dovrà essere fatto in camera oscura per compensare il rapporto luci/ombre nella stampa finale (l'immagine a sinistra).
La postproduzione è quindi sempre esistita, la camera oscura era ed è postproduzione, non è figlia del digitale
blink
E se ti stesse venendo la malsana idea che "eh ma in camera oscura non si potevano fare le diavolerie che si fanno oggi con Photoshop!!!" toglitela subito dalla testa, perchè vuol dire che non hai la minima idea di cosa si possa fare dentro una camera oscura e non ci sei mai entrato.
Dai un'occhiata qui per scoprire cosa si può fare dentro una camera oscura: http://www.uelsmann.net/
Decidi quindi se vuoi essere padrone del tuo intero processo fotografico. Essere padroni del processo significa essere in grado di compiere delle scelte: postproduzione volta a ripristinare quello che il sensore ha perso e quindi verso un documentazione il più possibile realistica, oppure postproduzione intesa come espressione artistica o creativa?
Non importa cosa sceglierai, l'importante è che tu capisca che non puoi fare a meno di farla, e che è un passaggio obbligato.
Lo era ieri, lo è a maggior ragione oggi, dato che oggi davvero tutti possono permettersi la fase di sviluppo che prima era negata ai più.
Buona postproduzione a tutti, ai fotografi documentari e ai creativi (e pure ai periti catastali!)

Fonte:
www.giovannagriffo.com
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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty Re: La postproduzione è un passaggio obbligato

Lun Gen 30, 2017 9:46 pm
Dipende da quello che si vuole ottenere.

Se lo scopo è documentare di certo alcune correzioni del colore diventano inopportune. Se lo scopo è creare un effetto visivo allora è un altra storia.
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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty Re: La postproduzione è un passaggio obbligato

Lun Gen 30, 2017 11:54 pm
Barone Rosso ha scritto:Dipende da quello che si vuole ottenere.

Se lo scopo è documentare di certo alcune correzioni del colore diventano inopportune. Se lo scopo è creare un effetto visivo allora è un altra storia.

Però è vero che i JPEG sono già postprodotti, lo sono dalla fotocamera stessa, che lo fa alla meno peggio. Quindi cosa non è postprodotto? Un RAW? Ok, per usarlo lo convertiamo in JPEG? Ma il RAW contiene alcuni dati di bilanciamento del bianco, luci e ombre, nitidezza, contrasto, ecc. ma che sono più o meno esaltati, o, nel caso della nitidezza ad es., volutamente tenuti bassi per limitare il rumore. Siamo noi poi che, in fase di sviluppo, dobbiamo continuare il processo di "fare una fotografia", ossia dopo il semplice scatto (che abbiamo fatto secondo i nostri gusti) cercare di fare sbocciare i nostri gusti in via definitiva nel file finale, sviluppando in camera bianca l'immagine finale seguendo il nostro progetto, proprio come una volta avveniva in camera oscura.
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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty Re: La postproduzione è un passaggio obbligato

Mar Gen 31, 2017 9:37 am
Silver Black ha scritto:
Barone Rosso ha scritto:Dipende da quello che si vuole ottenere.

Se lo scopo è documentare di certo alcune correzioni del colore diventano inopportune. Se lo scopo è creare un effetto visivo allora è un altra storia.

Però è vero che i JPEG sono già postprodotti, lo sono dalla fotocamera stessa, che lo fa alla meno peggio. Quindi cosa non è postprodotto? Un RAW? Ok, per usarlo lo convertiamo in JPEG? Ma il RAW contiene alcuni dati di bilanciamento del bianco, luci e ombre, nitidezza, contrasto, ecc. ma che sono più o meno esaltati, o, nel caso della nitidezza ad es., volutamente tenuti bassi per limitare il rumore. Siamo noi poi che, in fase di sviluppo, dobbiamo continuare il processo di "fare una fotografia", ossia dopo il semplice scatto (che abbiamo fatto secondo i nostri gusti) cercare di fare sbocciare i nostri gusti in via definitiva nel file finale, sviluppando in camera bianca l'immagine finale seguendo il nostro progetto, proprio come una volta avveniva in camera oscura.

Si giusto, ma qui si sta esagerando con le definizioni.
Anche a prendere il RAW cosi com'è verrebbe fuori un colore orrendo che non sarebbe neppure realistico, e va corretto in modo da renderlo realistico e simile a quello percepito; questo è quello che fanno le macchine fotografiche (più o meno bene).

Per post-produzione io direi che è tutto quello che succede dopo con pesanti modifiche del colore contrasto luminosità tone-mapping, maschere ecc...

In un paesaggio ridurre la luminosità del solo cielo per ridurre il contrasto è una postproduzione pesante e che crea un effetto non realistico.
Nulla in contrario, ma bisogna vedere quale è lo scopo di chi fa la foto (non è una questione di purismo).

Di certo se vuoi documentare non si dovrebbero mai usare gli effetti BN con pesanti contrasti che vanno alla maggiore nel genere street.
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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty Re: La postproduzione è un passaggio obbligato

Mar Gen 31, 2017 6:04 pm
Io credo che ormai la PP debba far parte del bagaglio tecnico del fotografo.
Credo anche che andrebbe usata per ottenere l'immagine il più possibile vicino alla realtà
che è stata immortalata perchè non sempre siamo soddisfatti del risultato.
Aumentare un pochino la luminosità o aumentare un pochino il contrasto è molto
semplice e se serve per rendere lo scatto migliore, non ci vedo nulla di male.
Poi magari i professionisti che cercano effetti particolari agiranno più in profondità raggiungendo
lo scopo che si sono prefissato o richiesto dal cliente.
Già le foto scattate con macchine diverse, con gli stessi obiettivi e stesse regolazioni,
usciranno diverse quindi la foto è in un qualche modo già post-prodotta all'atto dello scatto.
Penso anche che una top di gamma con obiettivo top faccia una foto migliore
di una entry-level con obiettivo normal quindi, probabilmente, chi usa macchine "normali"
con obiettivi "normali" dovrà fare un pò più di PP per ottimizzare lo scatto.
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La postproduzione è un passaggio obbligato Empty Re: La postproduzione è un passaggio obbligato

Mar Gen 31, 2017 7:03 pm
Barone Rosso ha scritto:Per post-produzione io direi che è tutto quello che succede dopo con pesanti modifiche del colore contrasto luminosità tone-mapping, maschere ecc...

In un paesaggio ridurre la luminosità del solo cielo per ridurre il contrasto è una postproduzione pesante e che crea un effetto non realistico.
Nulla in contrario, ma bisogna vedere quale è lo scopo di chi fa la foto (non è una questione di purismo).

Vero, ma che problema c'è a cercare di fare risaltare meglio il cielo con delle maschere? Se lo fai in fase di scatto con un filtro digradante allora va bene e se lo fai in PP no? In LightRoom c'è proprio un filtro che simula il filtro digradante che metti sull'obiettivo. Quale delle due tecniche sarebbe concessa? Per me entrambe, non c'è alcuna differenza. Anche perché l'occhio ha una latitudine di posa estremamente maggiore dei sensori attuali, quindi fare risaltare il cielo come detto o usare un HDR naturale (se troppo spinta è orrenda!) avvicina semplicemente l'immagine a come la vede l'occhio

Di certo se vuoi documentare non si dovrebbero mai usare gli effetti BN con pesanti contrasti che vanno alla maggiore nel genere street.

Senza dubbio, infatti per i fotoreporter le redazioni chiedono il JPEG come esce dalla macchina (anche perché spesso devono inviarlo immediatamente poco dopo lo scatto, senza avere nemmeno il tempo - se fosse concesso - di elaborarlo).

CHAOSFERE ha scritto:
Credo anche che andrebbe usata per ottenere l'immagine il più possibile vicino alla realtà
che è stata immortalata perchè non sempre siamo soddisfatti del risultato.

Questo no, deve essere vicino a ciò che vogliamo ottenere, la realtà non c'entra. Appena decidi di inquadrare, anche solo per come poni decidi il taglio dell'inquadratura, apporti una scelta e modifichi la realtà a tuo piacimento. Stessa cosa per il tempo di posa, ecc.
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Mar Gen 31, 2017 7:43 pm
Silver Black ha scritto:
CHAOSFERE ha scritto:
Credo anche che andrebbe usata per ottenere l'immagine il più possibile vicino alla realtà
che è stata immortalata perchè non sempre siamo soddisfatti del risultato.

Questo no, deve essere vicino a ciò che vogliamo ottenere, la realtà non c'entra. Appena decidi di inquadrare, anche solo per come poni decidi il taglio dell'inquadratura, apporti una scelta e modifichi la realtà a tuo piacimento. Stessa cosa per il tempo di posa, ecc.

Non possiamo essere d'accordo su tutto smile
ed infatti non sono d'accordo nel modificare una realtà con la PP.
Il semplice taglio che andrò ad effettuare taglierà appunto una parte della scena ma la
realtà e naturalezza dei colori, per es., rimarrà quella.
Quando inquadriamo e scattiamo lo facciamo perchè ci piace quello che vediamo,
anche fosse solo una parte di esso. Quella è la realtà.
Poi come detto possiamo cercare di migliorare quello che abbiamo scattato
ma, a mio avviso, senza stravorgerlo.
Discorso diverso, come già detto, per i professionisti.....
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Mar Gen 31, 2017 8:06 pm
CHAOSFERE ha scritto:
Silver Black ha scritto:
CHAOSFERE ha scritto:
Credo anche che andrebbe usata per ottenere l'immagine il più possibile vicino alla realtà
che è stata immortalata perchè non sempre siamo soddisfatti del risultato.

Questo no, deve essere vicino a ciò che vogliamo ottenere, la realtà non c'entra. Appena decidi di inquadrare, anche solo per come poni decidi il taglio dell'inquadratura, apporti una scelta e modifichi la realtà a tuo piacimento. Stessa cosa per il tempo di posa, ecc.

Non possiamo essere d'accordo su tutto smile

Bhe sì, già siamo pochi se poi fossimo anche tutti d'accordo su tutto con tutti sai che noia?!! big smile

Il semplice taglio che andrò ad effettuare taglierà appunto una parte della scena ma la
realtà e naturalezza dei colori, per es., rimarrà quella.
Quando inquadriamo e scattiamo lo facciamo perchè ci piace quello che vediamo,
anche fosse solo una parte di esso. Quella è la realtà.
Poi come detto possiamo cercare di migliorare quello che abbiamo scattato
ma, a mio avviso, senza stravorgerlo.

Però pensa questo: se inquadri con un grandangolo un soggetto molto vicino, dal basso verso l'alto, questo sembrerà più grande, magari di un oggetto affianco ma più lontano anche di pochi centimetri, per cui stai modificano la realtà. Sai apportando una tua personale interpretazione della realtà per comunicare il tuo messaggio a chi guarderà la tua foto. E' questo che dicevo.

I colori? Stessa cosa: applica un bilanciamento del bianco diverso (direttamente allo scatto!) e avrai colori diversi.
Applica un tempo diverso e avrai l'acqua calma, liscia come l'olio.
Tornando ai grandangoli spinti: fanno apparire ambienti di interni molto grandi, quando magari non lo sono, ingannando i clienti che guardano le foto sulle riviste di arredo!
ecc. ecc.

Discorso diverso, come già detto, per i professionisti.....

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Mar Gen 31, 2017 8:10 pm
Silver Black ha scritto:Vero, ma che problema c'è a cercare di fare risaltare meglio il cielo con delle maschere? Se lo fai in fase di scatto con un filtro digradante allora va bene e se lo fai in PP no?

Non c'è nessun problema e "nessuna" differenza. Se mai coi software il filtro è molto più flessibile.

Solo che definire post-produzione la correzione del colore automatica e necessaria fatta dalla fotocamera mi sembra un po una forzatura.

Per me post-produzione è quando le correzioni cominciano ad essere piuttosto marcate.
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Mar Gen 31, 2017 8:12 pm
Barone Rosso ha scritto:Per me post-produzione è quando le correzioni cominciano ad essere piuttosto marcate.

Il tuo discorso ha un senso, però è comunque produzione "dopo lo scatto", ossia post! blink
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Mar Gen 31, 2017 10:11 pm
Silver Black ha scritto:

Però pensa questo: se inquadri con un grandangolo un soggetto molto vicino, dal basso verso l'alto, questo sembrerà più grande, magari di un oggetto affianco ma più lontano anche di pochi centimetri, per cui stai modificano la realtà. Sai apportando una tua personale interpretazione della realtà per comunicare il tuo messaggio a chi guarderà la tua foto. E' questo che dicevo.

I colori? Stessa cosa: applica un bilanciamento del bianco diverso (direttamente allo scatto!) e avrai colori diversi.
Applica un tempo diverso e avrai l'acqua calma, liscia come l'olio.
Tornando ai grandangoli spinti: fanno apparire ambienti di interni molto grandi, quando magari non lo sono, ingannando i clienti che guardano le foto sulle riviste di arredo!
ecc. ecc.

Infatti questo è far vedere la "nostra" realtà a chi sta guardando la foto blink
che dal punto di vista di chi scatta non è certamente sbagliato smile
Ma, semplicemente, non è la realtà.
Come hai sottolineato è la nostra interpretazione.
Per il resto sono d'accordo con Barone quando afferma che una PP è tale
quando "si vede" smile

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